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Abbandonare una discussione infinita, lasciar perdere il flusso del mondo e delle sue infinite parole per perdersi di nuovo nel dialogo con se stessi e con la realtà.
Per osservare le foglie muoversi nel vento e lasciare che siano gli incontri nel mondo reale a definire la propria visione del mondo e della storia.
Lasciarsi stupire da tutto quello che esiste e dalle persone.
Non è così che va il mondo. Immersi come siamo in questo brodo di cottura costante del pensiero critico, lo osserviamo morire, ucciso lentamente da parole e immagini che non sappiamo capire, delle quali non sappiamo nulla ma che si arrogano il diritto di parole nel tribunale delle coscienze di chi scrive e commenta tutto.
Tutto è chiaro, tutto è evidente, tutto è certo e provato. Provato sempre da altri. Riferito da tutti.
E così poco a poco le cose e la vita stessa smettono di essere mistero, si smette di scoprire, di cercare di capire.
Nel disperato bisogno di esistere si cerca di farlo in quello che crediamo essere il solo modo utile per farlo: esprimendo opinioni non richieste su priorità che non abbiamo scelto.
Ma la via della conoscenza è e sarà sempre l’umiltà ed il dubbio. E nel latrato rumoroso del mondo, forse solo chi sa sceglie il silenzio conosce, magari esiste, per davvero.

english


To abandon an endless discussion, to let go of the flow of the world and its infinite words in order to lose oneself again in dialogue with one’s own self and with reality.
To watch the leaves move in the wind and allow real-world encounters to shape one’s vision of life and of history.
To be astonished by everything that exists and by people.
That’s not how the world goes. Immersed as we are in this constant simmering broth of critical thought, we watch it die—slowly killed by words and images we can no longer understand, of which we know nothing, yet which claim the right to speak in the tribunal of the consciences of those who write and comment on everything.
Everything is clear, everything is evident, everything is certain and proven. Proven always by others. Reported by everyone.
And so, little by little, things—and life itself—cease to be a mystery. We stop discovering, stop trying to understand.
In the desperate need to exist, we try to do so in what we believe is the only useful way: by expressing unsolicited opinions on priorities we never chose.
But the path to knowledge is, and will always be, humility and doubt.
And in the noisy barking of the world, perhaps only those who know how to choose silence truly know—and perhaps, truly exist.

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